Non invidio il lavoro degli storici. Nei miei laboratori scolastici con gli adolescenti mi rendo conto di quanto il tema della memoria sia difficile da recepire ad un’età in cui è un imperativo vivere il presente e una cosa accaduta 5 anni fa si classifica già nel passato remoto. Ma come impiegato della comunicazione ne ho ricavato una lezione importante.
Il successo per molti versi inatteso del “Cantiere 2 Agosto, 85 Storie per 85 Palcoscenici” (qui l’imponente rassegna stampa) manda a dire che la narrazione orale ha ancora una forza dirompente come strumento di divulgazione a confronto con i nuovi media. Parteciparvi per me ha rappresentato un’esperienza eccezionale.
Quella messa in piedi insieme al regista Matteo Belli e alla storica Cinzia Venturoli è stata una rete di storie e di narrazioni capace di dare vita ad una straordinaria mappa della memoria sulla Strage alla stazione di Bologna del 1980. Un’esperienza conclusasi l’altra sera al Teatro Il Celebrazioni di Bologna (nella foto qui sotto i narratori sul palco) con la proiezione del Dvd di questa straordinaria iniziativa di public history coordinata e prodotta dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna.
Un’iniziativa che ha sottolineato come le storie delle 85 vittime sono nella biografia collettiva del nostro Paese, conoscerle e raccontarle ci ha aiutato a comprendere ancor meglio, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quale era la strategia dietro alle stragi di persone comuni, ovvero seminare terrore, insicurezza, sfiducia per preparare il terreno o imporre un governo di tipo autoritario.
E come ha detto Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione vittime della Strage del 2 Agosto alla presentazione del Dvd:
“La memoria è fondamentale per cercare di arrivare alla verità. Se la prima muore la seconda ha poche possibilità di emergere”.
Partecipare a questa iniziativa come volontario mi ha permesso di conoscere tante altre persone che come me hanno a cuore il perseguire la verità storica sullo stragismo, di mettermi alla prova come narratore e avere un’ennesima prova di come in chiunque può nascere la volontà di testimoniare la vita attraverso il lavoro della memoria.
Qui trovate tutti gli 85 video dei narratori
Grazie al Cantiere 2 Agosto ho avuto modo di conoscere e di far conoscere Vittorio Vaccaro, il 24enne che faceva l’operaio ceramico in provincia a Casalgrande di Reggio Emilia, a una dozzina di km da dove vivo. Me lo hanno fatto conoscere i suoi familiari, la sorella Maria fra tutte, che mi ha tratteggiato, dipinto, affrescato una persona coinvolgente che divertiva e intratteneva familiari e compagni di lavoro col piglio di un attore, partito per la stazione di Bologna con la madre e mai più ritornato.
Così ho dato vita a un Vittorio ‘attore’ tenendo la posizione e ripetendo il rito narrativo 12 volte, dalle 11 di mattina alle 11 di sera il 2 agosto 2017. Una prova di resistenza fisica con 40° all’ombra condivisa con gli altri narratori, i familiari delle vittime e le preziose guide volontarie della Regione che hanno accompagnato 10.000 persone da mattina a sera lungo le vie di una Bologna bollente per venirci ad ascoltare.
I narratori di Cantiere 2 Agosto, replicando la loro storia per 12 volte al giorno, ci dicono: “Io sono qui, fisicamente, da domani, idealmente, finché l’ultimo dei colpevoli di questa strage non verrà assicurato alla Giustizia e finché un giorno non vedremo l’ultima di tutte le stragi e l’ultimo di tutti i crimini perpetrati contro l’essere umano.
Matteo Belli, regista di Cantiere 2 Agosto