Per la conduzione della conferenza del Giorno della Memoria 2025 ho proposto al Comune di Castelnuovo Rangone (Modena) di affrontare il tema delle persecuzioni dei regimi nazifascisti ai danni di omosessuali e lesbiche in una serata intitolata “Triangoli rosa, triangoli neri”
A parlarne con me sul palco ho chiamato Claudio Tosi, responsabile Cultura, Storia e Memoria di Arcigay Italia. Claudio Tosi è attivo nel volontariato dal 1989. Si è laureato in Lettere Moderne nel 2000 con una tesi di storia contemporanea sulla città di Fiume e sulle sue vicende politiche. Prima in Arcigay Genova, ha visitato il Campo di Sterminio di Auschwitz nel 1993 e da allora ha studiato le deportazioni; con le stesse motivazioni, ha lavorato per costruire momenti di riflessione sulla storia e sulle deportazioni LGBTQIA+.
Insieme a Tosi abbiamo scoperto che è solo dalla fine dell’Ottocento che si parla di omosessuali e società. Abbiamo conosciuto il precursore dei diritti degli omosessuali Karl Heinrich Ulrichs e il lavoro nel primo ventennio del secolo scorso di del medico Magnus Hirschfeld che nella ruggente Berlino di quegli anni dà un impulso importantissimo al movimento.
Nella Berlino dei suoi celebri locali, meta dei gay di tutta Europa, comincia a scatenarsi l’odio contro gli omosessuali: i tedeschi hanno bisogno di figli, futuri combattenti per la grandezza della Germania e della razza, e i gay diventano nemici da identificare ed eliminare. Inasprite le leggi, 100.000 omosessuali sono vittime di delazione, marchiati e perseguitati dalla polizia e dalle SS, più di 10.000 finiscono nei campi di concentramento, e le persecuzioni si estendono via via nei territori annessi dalla Germania.
Nella seconda parte della serata abbiamo virato la discussione sul presente con Angelica Polmonari, impegnata da sempre nella protezione e nell’empowerment a modena della comunità LGBTQIA+, Angelica è avvocato dei diritti a ILGA World, dal 1978 l’associazione di riferimento a livello mondiale su questi temi.
A inframezzare le parole con la musica ci ha pensato la chitarrista Martina Comastri