“Siamo qui come scuola elementare per chiedere la Pace a Castelnuovo Rangone” sento dire oggi in piazza.
I bimbi che bisticciano con le virgole ci fanno sorridere ma ci proiettano inconsciamente in un sogno di Pace alla loro portata. Nei litigi di mamma nel traffico, per il papà incazzato al telefono che non lo caga quando gli chiede di giocare, Pace per la gente che litiga in coda al supermercato, per un parcheggio, che aggredisce i medici al pronto soccorso.
Pace attorno a loro e tra noi grandi, chiedono, partendo dal piccolo mondo che stanno imparando a conoscere, Castelnuovo Rangone.
Ne ho incontrati 120 di loro in queste settimane di laboratori sulla gestione dei conflitti, impauriti per le guerre degli adulti. E nella foto di gruppo di oggi, quella virgola mancante che fa perdere equilibrio alla frase ci chiede di non essere segnata errore.
E non avremmo potuto avere un timing più ‘centrato’ con il progetto per le scuole “Il Linguaggio dell’Odio”. Un laboratorio realizzato grazie al Comune di Castelnuovo Rangone, al Cospe e alla collaborazione della Regione Emilia-Romagna, grazie al quale dal 24 febbraio abbiamo realizzato tre incontri con le 5^ elementari delle “Don Milani” di Castelnuovo Rangone e “Anna Frank” di Montale (Modena).
Io e il collega Matteo Zanfi abbiamo affrontato il fenomeno dei discorsi d’odio, per prevenirlo e contrastarlo, cercando di diffondere il valore positivo della diversità e promuovere la cultura del rispetto con giochi e stimoli interattivi.
Nella disgrazia, il concomitante scoppio del conflitto in Ucraina ci ha favorito nel catturare l’attenzione dei ragazzi e a rendere gli argomenti più concreti, urgenti, calati nelle loro vite.
Beh, ne avremmo fatto volentieri a meno.
Ringrazio il Comune di Castelnuovo per l’opportunità. Pensiamo che si sia fatto un bel lavoro nelle classi grazie anche al prezioso lavoro svolto in queste settimane dalle maestre e allo sguardo attento maturo di molti ragazzi. Che il futuro di pace sia di queste persone.