Perché continua a interessare l’Italia a cavallo tra Settanta e Ottanta, la raccolta di storie e testimonianze su quell’Emilia che pensava, suonava e partecipava, non lo so. Io ci ho scritto un romanzino attorno, così ho risposto sì a due iniziative di Trame 2.0 sugli Anni 80.

Nel primo incontro pubblico su un decennio che ha visto cambiare l’Italia, la città e il quartiere Sacca-Crocetta di Modena con Grazia Fraccon eravamo ospiti della storica Polisportiva Villa’Oro del 1905, dove abbiamo ripercorso fatti storici nazionali e cittadini, di costume e musicali, l’incubo nucleare, la guerra fredda e il conflitto di allora tra Israele e Libano che ci hanno sbattuto in faccia l’attualità della storia.

Il secondo incontro l’ho avuto con Hilde Merini e il suo lavoro con la Associazione Italiana di Storia Orale sulla scena punk new wave dei primi anni 80 tra Modena e Reggio Emilia (e le rispettive gravide province).

Eravamo ospiti stavolta del Labeerinto Gate di Modena in via San Giacomo, dove abbiamo ripercorso insieme lo spirito, l’essenza, le tante essenze del punk, una resistenza culturale partita in Usa, focalizzata a Londra che rimbalzò attecchendo sulla via Emilia genericamente tra il 79 e l’83 lasciando una attitudine punk. Forse condita con gnocco ed erbazzone, ma che ha lasciato il segno.

Foto di Sofia Ye. Instagram @sofiayesilvestri

Se dovessi scegliere due versi musicali di quel tempo da portarti dietro?
– Produci Consuma Crepa (CCCP) e Sono un Ribelle, Mamma (Skiantos)

Nel gioco finale del “Cosa siamo diventati?” sono usciti sorrisi e tuffi al cuore che consumerei dei byte inutilmente per cercare di descriverveli. Due belle serate!