40 giorni dopo l’uscita del mio libro “Ultimi Analogici” è il tempo di un piccolo bilancio che potrebbe sintetizzarsi con una parola: «Abarnàssaba!» che in gergo significa una cosa caldissima che ti scotti a prenderla in mano.
Grazie a tutti per l’accoglienza e per i tanti acquisti del mio romanzo (lo potete ordinare qui dall’editore Artestampa) ambientato nel 1980 e che da alcuni è già stato definito come la rivelazione dell’estate 2019 (anche e soprattutto perché d’estate non escono molti libri – ha haha!).
Comunque ho già fatto cinque presentazioni in provincia di Modena e il luogo dove ho avuto meno pubblico sono state 20 persone in una serata con 35° l’8 di agosto e che non mi lasciavano andare più via. Bella roba!

Le reazioni
A parte quando ho imbracciato la chitarra suonando qualche brano dell’epoca, ho incontrato molto interesse, anzi tanti  differenti interessi. Vediamoli.
Il pubblico over 50 ad esempio è stimolato molto dalla prospettiva storica del libro; si è discusso infatti degli anni della strategia della tensione e della conseguente svolta reazionaria del Paese.
Il pubblico che ha, o ha avuto, a che fare con la scuola mi ha portato a dibattere su temi legati alle relazioni tra insegnanti e alunni, con un naturale confronto fra generazioni analogiche e digitali.
Presto avrò altre presentazioni. Il 21 settembre 2019 al Vox di Nonantola alla due giorni Urban Tattoo Festival dedicata al mondo dei tatuaggi e della urban culture, dove sono curioso di confrontarmi con skater e parkourist con cui la mia generazione ha in comune l’amore per esplorare e vivere la città.
Il 20 novembre invece sarò al circolo Ribalta di Vignola insieme al grande critico musicale Vanni Neri, di ritorno dalle celebrazioni londinesi del quarantennale di London Calling dei Clash, in una serata di presentazione del libro declinata tutta al musicale.
Sarò ancora poi a Fiorano in una serata multimediale (fa molto anni ’90 dire multimediale) e infine anche in una presentazione insieme alle Vecchie Brigate, l’ala vintage del tifo del Modena.
Che dirvi? Vi aspetto, rimanete collegati a Facebook o al mio Instagram e ciucciatevi questo video

che quando posso faccio vedere narrandone il testo come Alberto Lupo. Ci ho trovato tutto lo spirito di un decennio che ci avrebbe fatto dire:

“Si stava meglio prima di dire che si stava meglio prima”.