Di recente Loquis, la piattaforma di podcast di cui sono ambassador, mi ha chiesto di raccontare da dove viene la mia passione per il racconto orale. Ecco cosa ne è venuto fuori.
1) Puoi presentarti brevemente e dirci qual è il tuo lavoro principale e quale il tuo talento e passione?
Sono Marcello Parmeggiani, a.k.a. Targi. Laureato in Comunicazioni di Massa al DAMS di Bologna, sono nella comunicazione come copywriter e grafico freelance. Faccio il diffusore di contenuti in vari aromi per aziende che desiderano ben raccontarsi per accreditarsi sul mercato. Non mi sento di avere un talento in particolare. Faccio business writing, corsi di formazione, docenze per progetti di gestione dei conflitti e uso dei social (anche nelle classi Elementari con hashtag stupore slash amarezza). Propongo anche serate ‘interattive’ di storia contemporanea e storia della musica. E se resta tempo scrivo libri, strimpello e fotografo. Amo religiosamente la musica e il calcio, ma non pratico.
2) Perché hai scelto di raccontare i luoghi usando la voce? Perché è importante realizzare podcast?
Penso che la voce sappia toccare corde che l’immagine se le sogna. Io ho avuto la fortuna di crescere con la radio accesa, mi ha sempre affascinato la voce. Su Radio Rai amavo le chiacchiere leggere di “Alto Gradimento” o “Per voi giovani”, ma anche i radiodrammi con grandi autori e attori come Gino Cervi. E poi i miei 14 anni coincidono con l’esplosione delle radio libere con nuovi linguaggi, nuove voci. Viaggiare mi ha poi nutrito, così come leggere di viaggi nei luoghi e dentro le persone. Solo con la forza evocativa del parlato e delle giuste sonorizzazioni, oggi sound design. La parola podcast nel 2002 non c’era ancora, ma ebbi comunque l’occasione di scrivere e sonorizzare delle audioguide turistiche per la Fondazione Regione Toscana, con Mirko Lalli se non ricordo male come responsabile del progetto. Ebbero un buon riscontro, ma solo dopo vent’anni diventano podcast con la popolarità della tecnologia. Così nel 2020 ho scoperto la piattaforma Loquis dove ho caricato i miei vecchi lavori che oggi registrano ascolti, consensi, premi. Raccontare i luoghi oggi è anche fare marketing turistico e il podcast in questo senso ha saputo guadagnarsi uno spazio di rilievo tra gli strumenti divulgativi, di informazione turistica e di intrattenimento. Proprio per il rapporto di grande intimità che il racconto orale instaura quasi in maniera ancestrale con le persone. Specie, per quanto riscontro, nella generazione Z.
3) Che rapporto hai con il luogo raccontato? Perché hai scelto di dar voce proprio a questo luogo? Cosa vi lega o cosa ti ha incuriosito?
Non sempre riesco ad andare fisicamente nei luoghi che racconto, così innesco dei collaboratori fidati che intervisto per cercare di trasmettere le giuste emozioni, informazioni, curiosità conosciute da pochi. Cucino, edito, metto in forno e sonorizzo. Ma oggi in particolare mi avete chiesto di raccontare Modena in 2 minuti, la mia città, con la quale ho un classico rapporto di amore-odio. Modena è una città cresciuta molto negli ultimi dieci anni nel turismo anche perché ha saputo sviluppare la sua attrattiva non tanto sul passato remoto quanto a quello più moderno, fatto di passioni di motori, cibo, musica e personaggi che hanno contribuito a plasmare una riconosciuta poetica della città. Io ho provato a raccontarlo in 2 minuti ma – vacca d’un cane – non è mica facile.
Il breve racconto che ho scritto per Modena lo trovate qui Oppure ascoltando il podcast su Loquis